VALDOBBIADENE – Rette basse e decine di attività per i bambini, grazie ai proventi del vigneto di Prosecco e Pinot Nero. Succede a Valdobbiadene, nel cuore delle colline patrimonio Unesco. Sono più di 2 gli ettari vitati gestiti dalla Fondazione Asilosanvito “Istituto Geronazzo Dalla Longa” di via Sotto il Mur di Brolo, 12.
Le uve, conferite alla Cantina Produttori di Valdobbiadene, rendono circa 50 mila euro lordi a vendemmia. Denaro che viene reinvestito nei progetti extra curricolari per i piccoli studenti della Scuola dell’infanzia (3-6 anni), come la psicomotricità e l’acquaticità. Ne risentono positivamente anche le rette scolastiche, rimaste negli anni invariate.
Il vero vantaggio è che questa liquidità consente alla Fondazione di evitare di andare in rosso in attesa dell’arrivo dei contributi pubblici, come avviene a tanti asili italiani”, spiega l’ex presidente della provincia di Treviso Giacomo Dalla Longa, residente proprio a Valdobbiadene, dove è stato sindaco, assessore e consigliere.
“La vendita dell’uva del vigneto crea un vero e proprio surplus, utile a liberarsi del peso di eventuali interessi bancari” conclude Dalla Longa. I proventi del vigneto hanno persino finanziato la costruzione del “Centro Turra“, uno spazio di aggregazione annesso all’asilo e gestito da volontari del paese alle porte di Treviso.
LA STORIA
Ed è un anno importante, il 2019, per l’Asilosanvito di Valdobbiadene. Lo scorso 21 gennaio, la Fondazione ha festeggiato il 70° anniversario dalla costituzione della scuola per l’infanzia, che oggi conta oltre 100 bambini.
Una storia legata sin dagli esordi al vigneto di Prosecco, mentre quello di Pinot Nero – impiantato in zona Settolo alto, non lontano dal punto raggiunto dagli alpini dopo aver passato il Piave, durante la battaglia di Vittorio Veneto – è più recente.
Tutto comincia nel 1949, quando viene aperto l'”Ente morale Asilo infantile Sorelle Geronazzo e Dalla Longa”. Alla morte di Giovanna Geronazzo e Antonia Dalla Longa, due donne residenti nella frazione San Vito di Valdobbiadene, si scopre che i testamenti risultano identici.
Entrambe avevano deciso di lasciare alla Curia tutti i loro beni. Tra questi, diversi terreni edificabili e un vigneto di Glera, l’uva utile alla produzione del Prosecco, di oltre un ettaro. Al parroco del paese, don Giovanni Turra, il compito di dare un senso al lascito, tramite la Curia di Padova.
Sui testamenti, infatti, viene espressa la volontà che la parrocchia realizzi un asilo a San Vito di Valdobbiadene, gratuito per i bambini poveri. Nasce così l’Ipab (Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza) che nel 2010 si evolve in ente privato attraverso la Fondazione Asilosanvito. I beni possono essere così gestiti e fatti fruttare.
Dall’anno successivo, le uve iniziano ad essere conferite alla cooperativa locale, la Cantina Produttori di Valdobbiadene. La Glera da Prosecco, nell’areale della Docg, viene pagata bene. Le rese più alte rispetto ad oggi e la realizzazione di un nuovo impianto di Pinot Nero fanno il resto: l’asilo funziona sempre meglio, grazie all’uva.
Si passa infatti dai 2 mila euro all’anno percepiti dall’affitto del vigneto a cifre che sfiorano i 50 mila euro lordi, derivanti dalla vendita diretta alla cantina sociale, tramite l’azienda agricola Prà Longhi, appositamente costituita.
Oggi la Fondazione Asilosanvito è presieduta da Matteo Meneghello, designato dal vescovo di Padova. Alla maestra Alessandra Bolese il coordinamento scolastico. Ai bambini un futuro certamente roseo. Perché rosé – in area Docg – non si può fare. Per ora.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.